La legge di Bilancio ha alzato la dotazione per la sanità di 3 miliardi (di cui 2,3 destinati al rinnovo dei contratti collettivi di settore) portandola a 136 miliardi. Ma l’incremento non tiene il passo con l’inflazione e segna una diminuzione della spesa in rapporto al Pil. Così la manovra penalizza la sanità pubblica – il commento degli analisti di settore – , con zero assunzioni e soldi ai privati, la cui avanzata sembra inarrestabile, nei fatti e nella testa delle persone. Sul tema decide di far sentire la propria voce il prof. Alberto Scanni, già Direttore Generale dell’Istituto Tumori di Milano, presidente emerito CIPOMO (Collegio primari oncologi ospedalieri): un luminare che, oltre alle tematiche scientifiche, ha sempre coltivato interessi per le problematiche umane e sociali dei pazienti.