Due notizie fanno rumore: una, recente e per la verità non ancora pubblicata, sugli embrioni umani “sintetici” creati in laboratorio non da ovuli e spermatozoi, ma da cellule staminali o della pelle riprogrammate, e l’altra, pubblicata su Nature qualche tempo fa, sull’utero artificiale dove si sono “coltivati” più di 1.000 embrioni di topo. Gli scienziati affermano che la prima scoperta porterebbe a nuove ricerche e studi sui problemi di fertilità. Ma entrambe sollevano dubbi etici e bioetici. Chiediamo commento e riflessioni a Giorgia Brambilla, docente di Bioetica presso l’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum.