La parola “merito”, tornata d’attualità dopo la scelta di aggiungerla al ministero dell’Istruzione, fa discutere. I prof bocciano il nuovo nome: «La scuola non è un gioco a quiz, in aula si cresce insieme e ognuno ha i suoi talenti». Nel dibattito intervengono fior di pedagoghi e si ricorda l’ articolo 34 della nostra Carta: i capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti. È un coro di interpretazioni, talora contrastanti. I presidi si mostrano più cauti, mentre gli studenti sono già sul piede di guerra. Diamo loro la parola, agli studenti e a chi in gran parte li rappresenta, l’Unione Studenti. Parla Bianca Chiesa, 20 anni, universitaria di Sociologia alla Sapienza di Roma.